La Tognazza. Il vino come non l’avete mai sentito raccontare.
Gian Marco Tognazzi, partner in crime di Alessandro Capria della Tognazza, racconta ai microfoni di radio-food come la passione quasi viscerale di papà Ugo per il buon cibo e il buon vino diventa un brand.
Anzi, parlare di brand è quasi riduttivo nel Territorio libero di Tognazza: qui si respira un’aria nuova, un’aria di libertà, di rivendicazione alla cazzata, insomma, qui si aderisce a un vero e proprio stile di vita.
Poco propensi a parlare di vino, secondo i dettami classici dell’enologia, per Alessandro e Gian Marco il vino va bevuto tutto, in compagnia, perché qui non sai se viene prima il vino o la compagnia, appunto.
Che poi il vino della Tognazza è anche buono, eh.
Attraverso le etichette si racconta un modo di essere, si inneggia al rock & roll, alla libertà, al viaggio e alle situescion, momenti in cui l’ospite, chiunque esso sia, lascia fuori dal cancello della casa vecchia di Velletri le “uno, nessuno e centomila maschere” per essere davvero se stesso.